Questo quello che scrive il Corriere dell'Umbria:
La voce Giuliano Sangiorgi, tonalità amare di una generazione in cerca di futuro
Gruppo che più di ogni altro in questi ultimi nove anni ha saputo coniugare tradizione melodica italiana sulla falsariga di un pop-rock di stampo anglosassone, i Negramaro sono la migliore rivelazione di quanto animata sia la scena della canzone leggera, in quel ricco sottobosco ai più sconosciuto, ma che fermenta a volte di piacevoli sorprese. Piacevolmente sorpresa fu anche Caterina Caselli quando per la prima volta nel 1999, ascoltò il gruppo salentino e decise di aiutarlo a emergere. Una intuizione felice confermata dal fatto che in pochi anni i Negramaro hanno scalato le vette di ogni più impensabile successo, tanto da essere citati come gruppo cult della generazione a cavallo tra i venti e i trenta anni. Il pubblico delle grandi occasioni era assiepato sabato sera al PalaEvangelisti per un sold out che era nell'aria per una delle ultime date del tour nato attorno alla promozione di "La finestra", l'album che ha fatto segnare un successo nelle chart radiofoniche e circuitato fino ad oggi. Sul palco dotato di ampi fondali luminosi che si snodano a semicerchio, appare lo schieramento che darà vita ad un paio d'ore di concerto, più un'inattesa incursione di Giorgio Panariello, nelle postazioni di rito: la front line composta da voce, chitarre e basso (Giuliano Sangiorgi, Emanuele Spedicato ed Ermanno Carlà) e batteria, synth e campionatori nella retroguardia con Danilo Tasco, Andrea Mariano e Andrea "Pupillo" De Rocco. Negro amaro è il nome di un vitigno tipico della regione del Salento, così denominato per la produzione di un vino dal colore insolitamente scuro e dai toni asprigni e secchi. Negro e amaro è anche il tono usato dal leader del gruppo, anima instancabile della band dalla timbrica vocale cristallina in tonalità che sfiorano spesso il sovracuto, nella descrizione di una generazione disillusa e amareggiata a cui sono stati "rubati" i migliori sogni e a cui manca la possibilità di credere in un futuro migliore. Dopo una serie di hit con il pubblico che mano a mano è apparso più entusiasticamente coinvolto anche nella citazione dei brani a memoria, dopo "Mentre tutto scorre", "Un passo indietro", "L'immenso", vale a dire alcune delle canzoni che con maggiore frequenza sono passate sulle sintonie dei maggiori network radiofonici nazionali e non, è stata la volta di "Parlami d'amore", in cui il leader Giuliano Sangiorgi disvela tutta la drammaticità di una condizione giovanile precaria e in cui l'unica salvezza appare il privato, il rapporto di coppia. "Parlami d'amore - ha affermato Sangiorgi non è una canzonetta, bensì l'affermazione di un'esigenza in un mondo di merda". E a conferma che le cose non siano così cambiate rispetto alle speranze di un mondo migliore già manifestate quaranta anni fa, nel 1968, il gruppo intona "Meraviglioso", in omaggio a quel Domenico Modugno, conterraneo salentino che conquistò il mondo con "Volare" e che con questa canzone voleva esprimere tutto il suo stupore di fronte al creato, foriero di buone sensazioni. Altra rivisitazione in chiave rock, con un lungo intro di chitarre acide è "L'immensità", preceduta da un "Notturno" in salsa techno in cui prevale l'intreccio tra ritmica e timbri sintetizzati. E' la volta di "Solo tre minuti" in un arrangiamento con un tempo rallentato e un finale strumentale in cui Sangiorgi imbraccia la chitarra acustica. A questo punto la parodia diventa protagonista della scena con Giorgio Panariello che improvvisamente appare sul palco a proporre una "Cercami", sull'onda di una mimica presa a prestito da Renato Zero, di cui evidentemente il comico toscano è memore dopo "Torno Sabato", programma di successo nel prime time di Raiuno. La comparsata di Panariello raggiunge il suo apice quando il comico parlando dei testi delle canzoni di alcuni dei maggiori cantautori ne individua una certa insulsa banalità a differenza di quelli "ricercati e significativi" dei Negramaro. Il concerto riprende dopo una ventina di minuti con un Sangiorgi che non sembra più essere sé stesso, come se l’incursione di Panariello lo avesse a tal punto emozionato, tanto da non districarsi più nell’articolazione dei brani del concerto. Concerto che, malgrado tutto, si avvia verso il finale, dopo che il bandleader rimedia anche ad una gaffe fatta in precedenza quando con un lapsus geografico aveva stabilito che Perugia fosse in Toscana. C'è ancora tempo per un "Nuvole e lenzuola" riproposta sotto un veste più speed e una base ritmica accelerata e quindi per quell'inno contro la guerra che è "Tu ricordati di me" in memoria di tutti i ragazzi morti nei confitti di tutto il pianeta. Dopo una citazione della "Guerra di Piero" di Fabrizio De André a rafforzare il messaggio lanciato in precedenza, l'inedita "Blu Cobalto" e quindi il ricorso ai potenti tamburi salentini che hanno accompagnato tra l'entusiasmo generale "Cade la pioggia" e "Via le mani dagli occhi"
Claudio Bianconi
11 commenti:
Un post sui Negramaro sul blog dell'Emma United?????mi sorprende!!!!
Prendetevi il mio link del nuovo blog,l'altro è stato rimosso:
http://martinacirulli.blogspot.com/
Ciao a tutti!!!
infatti mister ma che cazzo combini??????
In questo blog si è perso il lume della ragione
devo dire ke questo post ci stava...
ma che ci stava!!! Mister vergognati. Chi cazzo sono i Negramaro, mica tifano Emma Utd?
Pensa alla partita di domani che stiamo inguaiati!
mister dobbiamo concentrarci per il big match e non possiamo pensare ai negramaro!!!!!
ragazzi nn vi preoccupate la situazione è sotto controllo
poi il mitico Giuliano hya voluto la maglietta della EMMA UTD
mister vogliamo la formazione per domani
mister ti ricordiamo che sei già in discussione. Domani o i tre punti li mettiamo in classifica o in faccia a te
oggi hanno esonerato il mister della reggina......il prossimo sarai tu!!!!
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